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Eseguire un montaggio artistico e tecnico come William Goldenberg

Gone Baby Gone, l’esordio alla regia di Ben Affleck, è una dei primi film con un montaggio completamente in HD.

Originariamente previsto con un tradizionale workflow in definizione standard, la produzione non fu soddisfatta delle immagini a bassa risoluzione, le quali spinsero la Miramax ad avvicinarsi ad un sistema di montaggio in HD.

Fu riprogettato tutto il flusso di lavoro con una configurazione che includeva due sistemi HD Avid Symphony Nitris, uno storage di memoria Avid Unity condiviso da 24 TB come soluzione di archiviazione, tutte le periferiche convertite in HD e un lavoro a stretto contatto del team di montaggio per ri-conformare i primi tagli della pellicola nell’ambiente HD.

Il montatore William Goldenberg ha osservato in numerose interviste che quel passaggio  fu fondamentale: il più grande vantaggio fu che si poté effettivamente vedere anche fin dentro gli occhi degli attori e gli altri oggetti che normalmente non si notavano, fino a quando non si proiettava sul grande schermo.

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Non c’era alcun degrado dell’immagine, e poca compressione. In questo modo si risparmia tempo ed è un piacere non essere sorpresi dagli intoppi, quando il film viene proiettato.

Anche Ben Affleck rispose positivamente: ci vuole un sacco di spazio di archiviazione, ma ne valse davvero la pena. Sin da quel momento intravide le potenzialità di Avid Media Composer e del workflow in HD, e fu sicuro che tornare indietro a Avid Meridien non sarebbe stato più possibile.

Non solo fu possibile eseguire una codifica digitale, e vedere tutto ciò che c’era nel film, ma anche realizzare molta color correction già in Nitris. Arrivando a vedere subito come sarà il film nella versione finale.

Goldenberg ricorda anche come fu lavorare con Affleck e in generale nel proprio settore. Ciò che infatti rende speciale il mestiere del montatore, è che si pensa che esso sia un lavoro prettamente tecnico, dove il regista si siede sulla tua spalla e ti ordina all’orecchio di tagliare qui, tagliare lì.

Il montaggio invece nasce molto prima, ancora prima che le macchine da presa comincino a girare, con la lettura del copione e dalle discussioni con il regista, e la sua visione del film. Durante le riprese, il montatore comincia a montare le prime scene per conto suo.

Con Afleck, Goldenberg ha lavorato anche su Argo, e in quelle settimane, lui si recava a casa del regista ogni domenica per mostrargli la progressione del suo film.

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Anche se Affleck non gli lascia note specifiche, il montatore sa sempre cosa vuole, ha sempre la sua visione in testa.

Per girare Argo, per esempio, ci sono voluti circa 300 km di pellicola: è una grande responsabilità, avere tutto il film nella propria testa.

La scena madre del film, è stata un piccolo gioiello del lavoro del montatore, anche se la tensione era già all’interno delle riprese, grazie alla grande scrittura, recitazione e regia.

Goldenberg ha però aiutata a costruirla: quando infatti i montatori mostrano le prime immagini crude ai registi, aggiungono effetti sonori o musica temporanea, così da far sentire l’atmosfera del film. In questo caso, il montatore ha tolto con un lento fade out il suono d’ambiente dell’aeroporto, in modo da far sentire il pubblico all’interno delle menti preoccupate dei protagonisti.

Un tocco di creatività e tecnica.

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