Il montatore di The Martian, Pietro Scalia, parla del montaggio di una storia Sci fi con un sottile umorismo, piena zeppa di effetti VFX ma anche di tecniche dal vivo.
The Martian, il film diretto da Ridley Scotte e interpretato da Matt Damon, nei panni dell’astronauta Mark Watney, è un film che più che finzione, sembra più un documentario. Anche Matt Damon, scherzando ad una Tv, ha detto che il film era stato realizzato con la piena collaborazione della NASA. Il livello accurato dei dettagli nel romanzo a cui è ispirato, scritto da Andy Weir, ha aiutato moltissimo la sua trasposizione, come anche il suo umorismo di fondo. Secondo Pietro Scalia, montatore e collaboratore da molto tempo di Scott, “Se dovessi scegliere di passare del tempo durante il lavoro con qualcuno, sarebbe Matt Damon e il suo personaggio, è stato davvero un piacere poter lavorare insieme”.
Scalia ha lavorato al montaggio di uno dei primi film di Damon, quello che lo ha fatto conoscere al grande pubblico “Will Hunting, genio ribelle” vincitore del premio Oscar, ed ha anche lavorato con Oliver Stone e Bernardo Bertolucci.
La performance di Damon in The Martian, dice Scalia, è uno dei grandi punti di qualità del film di Ridley Scott. “L’autoironia è l’essenza del suo personaggio, ciò che cattura di lui. È la cosa che ci fa interessare a lui durante tutto il percorso. Un altro aspetto sorprendente del film è stata l’idea di Rdiley Scott di posizionare tutte quelle telecamere Go Pro in tutto l’HUB”.
Un film sci fi pieno di umorismo: il montaggio di The Martian
Le riprese sono state effettuate in 3D stereo con circa 11 macchine da presa RED, tra cui la Epic Dragon e una Scarlet Dragon, utilizzando lenti Angenieux Optimo, oltre ad una dozzina di Go Pro HERO4. “È stata una scelta cruciale, in modo da non restare bloccato all’ascolto di una voce fuori campo standard, che avrebbe reso tutto molto noioso”-
Il fatto di utilizzare una sorta di video diario che assomiglia molto ai blog su Youtube di personaggi isolati in una camera da letto con una videocamera, parlando a nessuno e a tutti contemporaneamente, ha influenzato il taglio di montaggio di Scalia. “Dalla prima scena in cui inizia il video diario e guarda dritto in camera, era importante non fare nessun taglio, e mantenere il piano sequenza. Sta guardando dritto verso il pubblico e si rivolge a loro in un certo senso. il pubblico si identifica immediatamente con lui, e ogni volta che affronta la macchina da presa, significa che parla direttamente allo spettatore. È un’intima connessione.”
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Anche se solitamente Scalia si reca sulle location insieme a Scott durante la pre-produzione, come successo per Black Hawk Down e Prometheus, a causa di conflitti di programmazione lui e il suo team sono arrivati a Budapest (luogo del set) quando le riprese erano già avviate, ma serenamente. “Da quando abbiamo girato Promotheus in 3D, eravamo giù familiari con il flusso di lavoro e materiale, e abbiamo continuato ad utilizzare Avid Media Composer 7 perché abbiamo scoperto essere il più stabile di tutti”.
Il team ha collegato 10 sistemi di Media Composer attraverso ISIS, e “crescevano durante la crescita del progetto” dice. “Quando utilizzi molte macchine da presa e piattaforme, diventa complicato, ma i miei assistenti e il resto del team tecnico, anche il reparto degli effetti visivi, rendono possibile per me cominciare a montare da subito. Facciamo una cernita e prepariamo una grande quantità di dati e materiale al giorno. Alla fine abbiamo avuto circa 250 ore di girato e altre 60-70 di filmati Go Pro. Senza il mio team e i miei assistenti non sarei mai riuscito a gestire tutto ciò, e anche grazie al sistema Avid ISIS che gestiva la memorizzazione dei dati.”
Quando la produzione si è trasferita in Giordania, il team di montaggio si è diviso. Scalia e diversi assistenti sono andati in Provenza, in una villa dove abita Scott. Un’altra squadra è andata a Londra per lavorare con gli effetti visivi, e una serie di assistenti al montaggio è andato sul set, a Wadi Rum. “Lavoravamo tutti allo stesso materiale, rimontandolo insieme a Londra, una volta finito il montaggio assieme al regista. Ma tutto lo spostamento logistico delle attrezzature nei diversi studi di montaggio durante la produzione, è stato impegnativo.”
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Il programma è stato però molto più rapido del solito, nonostante le dimensioni e la lunghezza di un film così denso di effetti VFX. “Ridley lavora sempre in maniera molto rapida, raramente fa più di tre riprese per scena. Questa volta ha completato la produzione in 14 settimane.” dice Scalia. “Abbiamo finito in circa 9 mesi. Allo studio è piaciuto molto quello che hanno visto, e hanno deciso di spingere la pianificazione della prima in sette settimane, cosa molto rara. Sapevamo di potercela fare, ma non eravamo sicuri che il tempo fosse abbastanza per far raggiungere agli effetti visivi quella qualità di cui avevamo bisogno. Noi siamo stati bravi a finire prima, e tutti hanno lavorato 6 o sette giorni alla settimana per mesi.”
Il risultato finale è una “splendida pellicola che merita di essere vista su un grande schermo,” dice. “Credo che la mia parte preferita del film è quando Watney lascia Hub e viaggia attraverso Marte. È tutta una bella serie di scene di genere epico.”
Dice anche l’ultimo atto del film è stato il più difficile da montare, in parte perché è stato lungo e conteneva molte inquadrature complesse. “Ci sono un sacco di effetti visivi e di elementi di animazione in quelle scene finali”, dice Scalia. “Abbiamo lavorato con anteprime per previsualizzare le inquadrature, ma ha dovuto tenere alta la tensione e tutto molto rapidamente. C’è voluto molto tempo”
Anche dopo che quelle scene erano state girate, aggiunge, “ci siamo resi conto che potremmo alzare ulteriormente la posta in gioco. Abbiamo avuto un paio di giorni di nuove riprese in cui siamo tornati sul set e girato nuove inquadrature, più dinamiche. Ma a livello emozionale ha funzionato, e mantiene anche alta la tensione. Sono molto contento di come è venuto fuori.”
Ed erano contenti anche alla Stazione Spaziale Internazionale della NASA, dove è stato proiettato il film per gli astronauti.
Quando la NASA ha trovato prove di acqua su Marte, annunciandolo pochi giorni prima dell’uscita del film, Scalia ha detto che ha avuto alcune email interrogatorie da amici. “Dai, dimmi,” uno ha chiesto. “Era tutto previsto? È una cosa che solo un regista può fare “.