Pamela Martin comincia a lavorare al montaggio dei film di David O.Russell nel 1994, con il primo lungometraggio del regista, Spanking The Monkey.
Pochi anni prima aveva lavorato con il montatore Tim Squyres e il regista Ang Lee, nei suoi primi film.
Da lì in poi, ha curato il montaggio di brillanti commedie indie dai dialoghi taglienti, come il fortunato “Little Miss Sunshine”.
Anche se hanno cambiato leggermente genere, con “The Fighter”, la Martin e Russell sono tornati alle loro radici.
Come realizzare un montaggio in perfetto equilibrio
Assistita al montaggio da Terel Gibson, Lizzie Calhoun, Staci Ponzio e Crispin Struthers, la lavorazione ha giocato su una combinazione di stili, e supporti. Il film infatti unisce immagini girate con camere Aaton Penelope su Super35 mm assieme a immagini riprese dalla HBO con Dicky Eklund (Christian Bale) e Micky Ward (Mark Walhberg) su Betacam SP, riprese effettuate da team di ripresa della HBO assunte specificamente per il film.
Leggendo fra le diverse interviste su Web, si scopre come la Martin e Russell siano stati incredibilmente abili a bilanciare la storia di due fratelli molto diversi, con recitazioni e stili diversi, e averne tirato fuori una storia unica e appassionante.
Il rischio, con la grande interpretazione di Christian Bale, trasformato completamente a livello fisico, era quello di spostare troppo l’attenzione alla storia di Dicky.
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Anche per il ruolo di Melissa Leo, anche lei praticamente trasfigurata, si è scelto di procedere in un montaggio d’equilibrio.
In questo senso, l’enorme quantità di materiale girato è stata fondamentale. Martin racconta che il primo cut del film durava 3 ore, e quindi moltissime scene sono finite tagliate, sul pavimento della sala di montaggio. C’era la necessità di trovare il giusto equilibrio ed essere in grado di seguire la storia di due fratelli con la stessa attenzione.
Lavorare assieme poi, per loro non è mai stato difficile, ma nel corso degli anni sono cambiate molte cose. Rispetto al loro primo film, montato su pellicola all’interno di un appartamento, ora per loro è tutto più rapido grazie all’utilizzo di Avid Media Composer.
Quando si ha un’idea, il sistema di montaggio ti rende facile realizzarla, e in maniera rapida.
Infatti, come solitamente accade fra loro, la Martin non ha raggiunto Russell sul set. Ha atteso la fine delle riprese, e poi iniziato il montaggio.
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Il processo è sempre molto collaborativo, ma per lasciare carta bianca al montatore, il regista entra ed esce continuamente dalla sala di montaggio, solo per esprimere giudizi su quello che andava cercando, oppure suggerire cambiamenti su determinate scene.
Usando Avid, la Martin ha riferito che il grosso del lavoro tecnico è stato svolto dai suoi assistenti, in particolare da Terel Gibson, che è passato da primo assistente a praticamente montatore aggiunto negli ultimi giorni di lavoro.
SI è occupato di fare pulizia dei filmati e della conversione al digitale. Tutto mentre la Martin continuava a lavorare, senza crearle intoppi nelle decisioni creative. A livello tecnico, Gibson ha aggiornato tutti i video HD, trasferiti su nastro HDCAM SR-per il montaggio in 24 fps con DNX36 HD (1920 x 1080), mentre Martin montava su Media Composer 3.1.3.
La cosa interessante è stato il primo incontro con Avid della montatrice: mentre montava “Il Banchetto di Nozze” di Ang Lee, lei e il montatore capo Tim Squyres sono andati negli uffici Avid. Il montatore le ha chiesto se aveva mai usato Avid, e lei fa: “Certo!” anche se non era vero.
La Martin lesse il manuale mentre montavano, e questo approccio è rimasto fino ad ora. Per lei Avid Media Composer è ormai diventato un prolungamento del proprio corpo, senza essere diventata una “nerd” del programma.
Alcune funzionalità però l’hanno aiutata: ad esempio, Animatte è un grande strumento all’interno di Media Compose e ha imparato ad usarlo solo negli ultimi due anni. Secondo lei è una manna dal cielo per dividere lo schermo in maniera efficace se qualcosa non è va bene e combinare due performance di attori diversi. Il secondo assistente ha ad esempio utilizzato una serie di strumenti di sovrapposizione per ottenere un effetto funzionale.
The Fighter ha infatti un taglio molto naturalistico, e una pellicola granulosa.
La pulizia e l’equilibrio sono una costante del film, senza troppi effetti particolari o trick inutili. Questo è il modo di lavorare che ha fatto la fortuna del montaggio di Pamela Martin con David O. Russell.
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