Abbiamo già parlato di quanto sia importante il rapporto fra regista e montatore, perché il montaggio è una sorta di riscrittura del film, è necessaria una visione comune e molta, molta fiducia reciproca.
Per questo JJ Abrams, geniale regista e produttore di alcuni dei più grandi blockbuster di Hollywood, porta sempre con sé due fidate montatrici, Mary Jo Markey e Maryann Brando, entrambe A.C.E., il sindacato dei più grandi montatori di Hollywood e non solo.
Entrambe hanno lavorato come un team per montare tutti J.J. film Abrams da Mission Impossible III in poi, fino al recente ‘Star Wars Episodio VII’.
Markey ha iniziato da sola con Abrams dalla serie tv Felicity, e con tutta probabilità, grazie alle buone mpressioni di Tom Cruise, è stata portata con Abrams a realizzare MI III.
Le montatrici raccontano nelle diverse interviste on line che lavorare con Abrams è molto stimolante, perché il regista è molto scrupoloso ma lascia molto spazio ai suoi collaboratori.
Anche quando si lavora come una squadra, ognuno lavora le proprie sequenze. Discutono il film nel suo insieme, prendono appunti insieme e poi si torna ognuno alla propria sequenza, che viene finalizzata e poi messa insieme come film.
In sostanza, è piuttosto simile al lavoro in proprio. Il segreto è quello di avere sensibilità affini, e percorrere una strada comune.
Riscrivere un film con il montaggio
Il film Star Trek Into Darkness del 2013 non è stato da meno.
Come raccontano le due montatrici, il processo di montaggio è stato piuttosto un apprendimento costante, uguale al percorso fatto dal capitano Kirk, che passa da giovane capitano a figura esperta.
In fase iniziale, al team di montaggio è stato chiesto di leggere approfonditamente lo script: dato che il film sarebbe stato troppo lungo da girare, è stato chiesto di vedere cosa fosse possibile tagliare.
Le due montatrici hanno lavorato insieme al montaggio di Star Wars Episodio VII. Leggi di più!
Un primo scoglio da superare era suggerire il bisogno di crescita di Kirk, e della visione di Pike come mentore: in sceneggiatura la frase chiave doveva essere detta da Bones, e Abrams stesso stava per girare quella scena, ma furono proprio le due montatrici a far cambiare la sceneggiatura e inserire la scena chiave al bar fra Pike e Kirk.
Ma non è il solo esempio: alcune scene avevano bisogno di trasmettere messaggi piuttosto espliciti, e non dare il beneficio dell’interpretazione, quindi sono state girate dopo la fine delle riprese.
Così, un battibecco fra Spock, Kirk e Uhura, sembra quello fra due amanti, mentre alcune parti sono state riscritte e rigirate per dare più enfasi al modo di pensare di Spock, e la manipolazione delle sue emozioni, e dare agli spettatori una maggiore comprensione di come sia cresciuto nel suo pianeta d’origine e del suo impegno a non mostrarsi emotivi.
Per lavorare in maniera così precisa e intensa, rispettando le deadline, il team ha usato Avid Media Composer, passando dalla versione 5.5.3 alla 6.5.2., gestendo tutti i media con un 64-TB Avid ISIS 5000.
Anticipare la deadline è possibile. Scopri come!
La sfida più eccitante per Markey è stata sicuramente la battaglia su Kronos, non perché fosse difficile da montare, ma perché è stato un punto di stallo, dove non riuscivano a decidere dove dovesse finire.
La montatrice racconta di come abbia perso letteralmente il sonno dietro quella sequenza, per i continui cambiamenti, tanto che il ragazzo che gestiva la post produzione comprò una torta e dello scotch solo per lei, una volta finito il lavoro!
Per Brando invece è stata la scena di presentazione del personaggio dell’ammiraglio Marcus. Per tenerlo un po’ in ombra, non far capire al pubblico di che pasta è fatto, se cattivo o buono, ci sono stati molti tagli e molto dialogo, in modo da soffermarsi molto su quella figura, e renderla più ambigua possibile.
In questo senso, prendersi il ritmo del film per un montatore è indispensabile. Andare a ritroso, attendere il giusto momento per inserire nella storia un certo dialogo, o una certa scena.
In un altro esempio, la necessità era quella di far vedere l’astronave Enterprise con un grosso cerotto su di essa.
Alla fine, la soluzione è stata quella di impostare un futuro, un anno dopo.
In questo modo, hanno spostato il discorso iconico in avanti, in modo che non finisse il film, ma che fosse una scoperta: quella è infatti la prima volta che ha pronunciato il famoso discorso.
Le montatrici sostengono che ci sono volute un sacco di discussioni – e alcune molto interessanti – per arrivare a quel punto.
In definitiva, il montaggio riscrive il film, e può davvero essere funzionale, a patto che le visioni del team di montaggio e della regia viaggino comunemente.
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