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Come creare un montaggio soggettivo: Il Cigno Nero

Andrew Weisblum, membro dell’associazione dei montatori d’America ACE, aveva familiarità con il lavoro del regista Darren Aronofsky, quando è stato chiamato per lavorare su Il Cigno Nero, un thriller psicologico su una ballerina che entra in conflitto durante la preparazione al ruolo impegnativo del cigno nero in un balletto.

Weisblum è infatti stato al montaggio degli effetti visivi su The Fountain, e montatore per The Wrestler. La preparazione per Il Cigno Nero (protagoniste Natalie Portman, la ballerina tormentata, Mila Kunis, la rivale, Vincent Cassel come direttore del corpo di ballo, e Barbara Hershey come madre iperprotettiva della protagonista) è stata molto creativa.

Come creare un montaggio soggettivo: Il Cigno Nero

Weisblum e Aronosfsky hanno avuto numerose riunioni nelle quali discutevano di generi e stili di montaggio da applicare. Discussero di thriller psicologici e film horror. Specialmente sui film horror, hanno preso spunto da particolari momenti di paura per vedere com’erano stati eseguiti e quali erano i trucchi del mestiere.

La loro preoccupazione era di mantenere la soggettività di Nina, la protagonista. L’intento era quello di sapere come e quando attraversare la linea tra realismo e impressionismo, e come sfocare quella linea il più possibile.

Una scena complessa da montare: il montaggio di “12 Anni Schiavo”

Per alcuni, Il Cigno Nero sembra una reinterpretazione de The Wrestler, dato che entrambe le storie raccontano di persone che si spingono agli estremi fisici e psicologici. In questo senso, il lavoro sul montaggio parte da un’analogia di base, che nasce dalla mente del regista.

Aronosfky è interessato al punto di vista, desidera essere sempre nella testa del personaggio. Vuole capire come quel personaggio racconterebbe la propria storia, se fosse interpellato.

Nel montaggio, ciò si traduce nel capire dove avviare e fermare una scena e focalizzare dove si trovino i personaggi. Si tratta di un lavoro meno incentrato sulla connessione di immagini o mantenere fluido il processo, ma piuttosto sul processo del pensiero di questo o quel personaggio.

Per il montaggio vero e proprio, Weisblum ha lavorato con un Avid Media Composer, usando il codec DNxHD 36, e la sala di montaggio era preparata con Unity Media Network. Il montatore ha lavorato anche sul set per più di metà produzione, con un computer portatile con sopra installato Avid Media Composer e unità Fire Wire.

Il Caso Spotlight è un film montato alla perfezione. Scopri perché!

Weisblum era sul set per tutte le sequenze di danza, e le scene horror, perché il programma era molto serrato e il regista non disponeva di storyboard, e così si sarebbero assicurati che tutte le scene sarebbero state realizzate in modo perfetto. Soprattutto nella parte finale del film, quando il balletto principale e la tensione emergono maggiormente nella storia.

Il montaggio vero e proprio è stato realizzato a Manhattan, negli studi Sixteen 19, dove all’interno il team aveva a disposizione una sala di proiezione con sistemi di proiezione in altissima qualità.

La sala era collegata alla stessa unità Avid centrale sulla quale il team stava lavorando, quindi il montaggio veniva spesso effettuato sul grande schermo, e in un ambiente adeguato. L’operazione è stata molto stimolante e utile, per provare tutte le soluzioni da parte del regista e del montatore e vedere come il film sarebbe stato.

Weisblum ha rivelato che la scena più complessa da montare, è stata la scena in discoteca fra Nina e Lily, per via dell’enorme quantità di materiale subliminale. Lì, dice, si sono spinti oltre. Ci sono infatti almeno 20 casi in cui sembra che Nina veda sé stessa: ogni immagine della scena (circa 45 – 50 con 1000 fotogrammi ciascuna) è stata manipolata, fotogramma per fotogramma.

È stata fatta una modifica in modo che gli sfondi diventassero un mix selettivo di cose a metà fra la realtà e la sua immaginazione, in un pazzo collage. Il senso de l’intero “Il Cigno Nero”, dice Weisblum, è tutto lì.

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