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Il montaggio centrato di Mad Max Fury Road

Alla montatrice Margaret Sixel hanno consegnato più di 480 ore di filmati per montare e creare Mad Max: Fury Road. Il montaggio finale è stato di 120 minuti e contava 2700 singole inquadrature. Prova ad immaginare 2700 inquadrature consecutive che devono fluire senza intoppi e non devono distrarre lo spettatore. 2700 decisione che devono guidare la storia e rivelarla in modo chiaro e conciso. Un brutto taglio può rovinare un momento, una particolare scena o tutto il film. Nessuna pressione, eh?

Negli ultimi 10 anni, la tendenza è stata quella di eseguire il montaggio dei film d’azione con un approccio chiamato “Chaos cinema”. Una raffica di inquadrature e taglia non congruenti e apparentemente casuali che travolgono sempre lo spettatore con un falso senso di energia cinetica e forza. In piccoli dosi, un montaggio così può essere efficace, ma diventa estenuante e caotico quando devi assorbirlo per due ore. Se la storia non si capisce a causa del montaggio, beh, lo stai facendo male.

Come si fa quindi a mantenere viva l’attenzione del pubblico e garantire freschezza energetica alle scene d’azione, senza telecamere traballanti e tagli furibondi e velocissimi?

Il montaggio centrato di Mad Max Fury Road

Uno dei motivi del grande successo di Mad Max Fury Road è stato il montaggio (che è stato premiato dalla Academy come “miglior montaggio” ai premi Oscar 2016). Durante le riprese, in accordo con il montaggio e la regia, hanno utilizzato le tecniche chiamate “Eye tracking”, e “Crosshair framing” (mirino) in modo da mantenere l’azione, e le più importanti informazioni della scena e di conseguenza il centro dell’attenzione, esattamente al centro del frame.

In questo modo, ogni inquadratura ha un preciso fuoco di attenzione, e non c’è bisogno di rintracciare nel frame l’azione e le informazioni di cui hai bisogno per “leggere” il film.

Lo spettatore non ha bisogno di 3 o 4 inquadrature per capire cosa sta succedendo. È come guardare un vecchio spettacolo di magia: il mago focalizza la tua attenzione esattamente dove vuole lui, e la mantiene sempre allo stesso posto, per creare la magia!

Questa tecnica è stata fortemente voluta dal regista George Miller. Sul set ordinava continuamente ai propri operatori di presa, “Metti il mirino qui, metti il mirino lì, metti il mirino sul naso di quell’attore, metti il mirino sulla pistola!”. Il mirino non era altro che il mirino al centro del frame, usato per avere le proporzioni dell’immagine all’interno di esso.

In questo modo ci si assicurava di proteggere le immagini per il montaggio e assicurarsi che l’intero film, montato vorticosamente e pieno di tagli, sarebbe stato facilmente digeribile dal cervello ed entrambi i nostri occhi.

Ogni inquadratura nuova sparata sullo schermo avrebbe avuto le stesse proporzioni di composizione rispetto a quella precedente. Non è affatto una tecnica innovativa, ma montando l’intero film in questo modo usando la tecnologia Avid Media Composer, la montatrice Margaret Sixel sarebbe stata sicura di accelerare e amplificare i tempi delle scene, fare tagli più veloci, con la certezza e la sicurezza che le informazioni visive sarebbero state comprese a pieno.

La tecnica “Eye Tracking” è stata usata in montaggio diverse volte, per guidare l’attenzione dello spettatore. C’è un movimento all’interno dell’inquadratura che viene ripreso in quello successivo, creando dinamicità.

Ad esempio, una freccia scagliata da sinistra a destra del frame, con una panoramica velocissima viene ripresa nell’inquadratura successiva, senza soluzione di continuità, con la freccia che ha già colpito l’obiettivo. L’occhio monitora il tracciato della freccia della prima inquadratura e il cervello si aspetta che in quella successiva la freccia compia lo stesso tragitto nel frame.

Non c’è bisogno di seguire l’intero tracciato, anzi, lo stacco netto darà più velocità e azione. Inoltre, un effetto sonoro usato correttamente trasmette la dinamicità e la forza dell’impatto.

Applica questa tecnica per tutti i pugni, colpi di pistola, frecce, incidenti stradali di Mad Max e noterai come l’azione sia semplice da seguire e movimentata allo stesso tempo.

Curiosità finale: mentre si preparavano a girare, il regista George Miller non aveva una vera e propria sceneggiatura. Si stava servendo di oltre 3500 tavole di storyboard creati da Mark Sexton. Gli studios ovviamente volevano controllare la sceneggiatura, ma il regista non ne aveva una, e offrì in cambio gli storyboard che lo avevano guidato in questa direzione per oltre 10 anni, con così tanta precisione. Evidentemente bastavano quelli.

Miller sapeva come sarebbe stato visto il film. Incorniciato visivamente al centro, puntando dritto allo spettatore.

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