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Come fare un montaggio “terrestre” come quello di Arrival

Arrival è stato uno dei casi del 2016. Esempio di una nuova frontiera di film moderni sulla fantascienza, che riflettono perfettamente la crisi dei nostri tempi, e che ci rendono sempre più “umani” di fronte a tecnologie più grandi di noi, a mondi e universi più grandi di noi, e anche più lontani.

Il racconto di questi nuovi film è sempre più frammentato, si gioca sempre di più con alterazioni dello spazio e del tempo, proprio per rendere più piccolo l’uomo, farlo sentire -forse- più solo, e ricordargli quindi la sua natura “terrestre”.

Il montatore Joe Walker ha lavorato al montaggio di Arrival insieme al regista Denis Villeneuve, con il quale aveva già lavorato in Sicario, e lavorerà nell’attesissimo seguito di Blade Runner. Nelle interviste trovate sul Web, mi ha colpito il modo di affrontare una storia complessa come quella del film.

Il montaggio profondamente “umano” di Arrival

Appena coinvolto nel progetto, il montatore ha affrontato la sceneggiatura, ricca di flashback e flashforward, sicuramente la sfida più interessante per un montatore. Immediatamente, si è prospettata davanti una partita già molto ardua.

Durante le riprese, per questo motivo, il montatore è rimasto a Los Angeles, mentre il film veniva girato a Montreal. In questo modo, Walker spiega di aver mantenuto le “giuste distanze” dal film. Nel frattempo, grazie a sistemi di condivisione Avid, il montatore poteva inviare al regista diversi file poco pesanti, in formato quicktime, per avere del feedback rapido. Dopo 11 settimane di riprese, il montatore si è trasferito a Montreal, e ha potuto cominciare a montare il film per davvero, assieme ai suoi assistenti e vicino al regista.

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Facciamo un salto in avanti nel tempo: alla prima proiezione privata della prima versione grezza, Villeneuve ha avuto una crisi. Mancavano ancora tutti gli effetti speciali, e non si aspettava minimamente un film così.

Per questo motivo sono tornati tutti a lavoro, per costruire una storia meno fiction, e più science. Tutto è ruotato attorno alla straordinaria interpretazione di Amy Adams. In questo modo, nonostante ci sono volute altre 10 settimane per lavorare al montaggio, tutto è filato liscio.

Durante questo periodo, è iniziata la produzione di Blade Runner, e Villeneuve si è dovuto districare fra i due progetti. Walker e il suo team hanno messo un effort incredibile, e si sono appoggiato notevolmente al reparto CGI per completare alcune scene che non erano state girate (ad esempio, la partenza dell’astronave).

Il montaggio del suono di Arrival

Non solo, nel montaggio di questo film l’audio e la musica sono stati fondamentali. Il team del montaggio ha potuto lavorare a stretto contatto con i sound engineering di District 9, film con suoni pazzeschi, soprattutto quelli interpretati dagli alieni, che ha più di un punto in comune con Arrival.

Il team del suono ha ideato dei suoni per far comunicare gli alieni, in base alla loro struttura fisica, creando dei ‘clack’ come se gli alieni avessero una doppia colonna vertebrale, e altri suoni molto veloci e “naturali”.

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Ciò ha influenzato anche il compositore del film, Jóhannsson, che fin da subito, ha inviato le prime partiture che avrebbero dovuto accompagnare l’arrivo delle astronavi, usando centinaia di pianoforti e creando un drone, senza far sentire le note colpite, ma formando un sustain, un tappeto di suono. Walker racconta che fu perfetto per creare l’atmosfera del film.

Il film è stao montato usando Avid Media Composer, versione 8.4, ritenuto piuttosto robusto da Walker. Il montaggio diviene molto sostenibile soprattutto quando hai 10 tagli differenti di una stessa scena, e c’è bisogno di ordine. Un software potente, con un’infrastruttura solida come quella di Avid, diviene fondamentale per il montaggio di film come questi.

Il montatore racconta di essere orgoglioso del lavoro svolto, perché c’è stata costantemente cooperazione fra il team, e c’era un’attenzione maniacale ad ogni dettaglio, per trasmettere un certo senso e coinvolgere il pubblico.

Ciò che ha reso speciale Arrival è proprio questo racconto frastagliato, intenso e “umano”, che riesce a riallacciare un’interpretazione attoriale incredibile, e una struttura narrativa complessa, con fantascienza e tecnologia avanzata, grazie al montaggio e al sonoro.

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