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Come fare la color correction in 6 passi

La color correction è solo un piccolo passo di tutto il processo di produzione cinematografica, ma può fare davvero la differenza.

È possibile infatti effettuare riprese tutto sommato di media qualità, per poi renderle davvero attraenti e migliorare l’esperienza visiva del tuo progetto. Se riesci a disporre di materiale girato eccellente poi, non hai proprio limiti!

È però anche possibile rendere le immagini più appariscenti, brutte e distruggere tutto il duro lavoro che hai svolto durante il giorno di riprese. Le sfide e le scelte sono molteplici e hai una grande responsabilità, quella di fare la color correction e la color grading. Nel mondo del cinema indipendente, i posti di lavoro sono sempre più spesso fusi, (Il Montaggio del cinema senza soldi) e la color correction è sempre più spesso affidata direttamente al montatore.

Cos’è la Color Correction

Vediamo innanzitutto di fare chiarezza su certi termini.

La Color Correction è il processo in cui ogni clip è modificata manualmente per ottenere una buona esposizione, e un corretto bilanciamento della luce. Ogni clip è modificata in modo che sia scelta la temperatura di colore predefinita per ogni scena. Questo processo può sembrare noioso e meccanico ma è essenziale e, a suo modo, una forma d’arte. L’utilizzo di certi strumenti (Waveform, Vectroscope, Parade) è fondamentale per questo passaggio, e per fortuna la maggior parte di sistemi di montaggio non lineare e i software, li hanno incorporati. Senza di loro andresti letteralmente alla cieca, e dovresti confidare solo nei tuoi occhi, che devono adattarsi costantemente alla luce ambientale della stanza, la fatica, i monitor e altri fattori. Confidare invece in questi strumenti e lasciarsi guidare da loro, renderà il tuo lavoro preciso e creativo.

La Color grading è il processo creativo in cui vengono prese le decisioni per migliorare ulteriormente o stabilire un nuovo tono visivo al progetto, attraverso alcuni software. La color grading ti permetterà quindi di introdurre nuovi temi di colore al filmato, re-illuminare la tua inquadratura, emulare la pellicola, sfumare il colore e una sfilza di altre cose. Il processo è puramente creativo, e quindi non ci sono scelte giuste o sbagliate: c’è solo ciò che il Direttore della fotografia, regista e colorist sentono appropriato per la storia del film. Può essere qualcosa di intangibile, o fortemente caratterizzato da uno stile. Qui sta la sfida: la sfida di sapere scegliere. Gli strumenti a disposizione sono numerosi, efficaci e spesso gratuiti (ad esempio Davinci Resolve Lite). Non hai scuse!

Lift-gamma-gain / ombre-mezzitoni-alte luci / neri-mezzitoni-bianchi

Queste sono le tre equazioni intercambiabili usate per descrivere su quale porzione di immagine si dovrà lavorare. Ogni programma utilizza una delle 3 convenzioni di cui sopra, ma in sostanza sono tutti uguali. Anche quando lavorerai con “Livelli” o “Curve”, avrai a che fare con dei numeri, ma ci sono almeno 3 cursori per effettuare le regolazioni. Con questi 3 comandi, è possibile modellare le immagini a piacimento, o quasi.

Come fare la color correction in 6 passi

Ora veniamo ai suggerimenti per una color correction senza stress:

1 – EFFETTUARE LE RIPRESE CON FLAT O PROFILO CORRETTO

Se chiedi ad un esperto, ad un Direttore della fotografia, D.I.T., colorist, come impostare il profilo colore della macchina da presa, molto probabilmente ti risponderà che la scelta di un profilo più neutro possibile nella macchina da presa ti permetterà di acquisire riprese quanto più ottimali. Ad esempio, quando si effettuano riprese con una Canon MK III, i profili più ottimali per il cinema sono Technicolor CineStyle o Canon Neutro, oppure ne puoi testare altri, come i più recenti Similar Flaat. Le aziende che costruiscono le macchine da presa inseriscono spesso profili preimpostati, che sembrano pieni di contrasti neri e ricchi di colore quando osservi le riprese direttamente dalla macchina da presa, ma quando poi vai ad analizzarli su un monitor, molto probabilmente vedrai dei “neri” grumosi o “schiacciati”, e avrai in evidenza delle alte luci che “bruciano” porzioni di frame. Devi tenere conto che questo è tutto materiale che andrà perduto per sempre, e non si può tornare indietro. Noi, come registi e filmmaker con il destino nelle nostre mani, non possiamo permetterci di buttare via il materiale!

2 – FIDATI DEL WAVEFORM, DEL VECTROSCOPIO e RGB

Per ogni software che stai usando, cerca nelle tab di lavoro per la color correction, gli strumenti Waveform, Vectroscopio e RGB. Ricorda sempre che Waveform = luminanza. Vectroscopio = crominanza. I valori RGB = rosso, verde, blu. L’importanza di saper usare questi strumenti è inestimabile, ed è l’unico modo per avere un riscontro immediato e un feedback dal lavoro che stai svolgendo, per prendere decisioni giuste. A questo, unisci la decisione di affidarti ad un monitor ben calibrato. Se dovesse essere fuori dal tuo budget, puoi sempre affidarti ad una TV LCD di recente generazione.

3 – ORDINE DELLE OPERAZIONI
Per mantenere la qualità delle immagini e conservare quante più informazioni possibili, è importante fare le cose nel giusto ordine. Così come non congeli una torta prima di infornarla, allo stesso modo devi procedere con ordine quando lavori al colore di un’immagine. Non sono necessari tutti i passaggi qui sotto per ogni singola ripresa, ma nel caso in cui sia necessario usarli tutti, eccoli:

1. Rimuovere gli artefatti ed eliminare il “rumore” (de-noise).
2. Bilanciare le riprese regolando neri / mezzitoni / bianchi, saturazione e bilanciamento del bianco.
3. Re-illuminare il frame con alte luci o maschere.
4. Aggiungere gradienti, diffusori e altri filtri.
5. Aggiungi vignette
6. Color Grading
7. Simulare un effetto pellicola a tua scelta
8. Ridimensionamento e finiture

4   – REGOLA I NERI E LE OMBRE

Regolando i tuoi “neri” per prima cosa, otterrai una base per bilanciare l’immagine. Solitamente, è buona cosa lavorare dal basso verso l’alto e ottenere i neri sulle 0 IRE sulla Waveform. Poi spingere i bianchi fino ad avere un po’ di contrasto. Infine, modificare i mezzitoni a seconda delle necessità. Noterai che spostando i neri o bianchi su o giù otterrai un fenomeno che interessa tutta la waveform, per cui ci sarà una continua oscillazione: è un dare e avere. I mezzitoni non intaccano i neri o bianchi, e questo è il motivo per cui si dovrebbe lavorare con loro per ultimi. Infine, se alzi i mezzitoni potresti perdere la saturazione generale dell’immagine, dovendo poi andare a compensare, aumentando direttamente la saturazione per mantenere i colori accesi.

5  – USA I MEZZITONI PER I VOLTI

I mezzitoni si usano per i toni della pelle e puoi davvero “accendere” o “spegnere” un volto, quando si dispone di una buona immagine equilibrata. A volte si è tentati di andare per vie più facili, aumentando l’esposizione generale per illuminare un viso o una scena … ma così sollevi solo tutti i livelli in modo uniforme e, in ultima analisi, il processo non è così efficace come la regolazione separata delle 3 zone. Una buona IRE di un viso, solitamente si trova sulle 60-70 IRE sulla waveform. Se alzi troppo i mezzitoni rischi di introdurre rumore digitale, quindi utilizzali con giudizio!

6 – CERCA GLI INCARNATI SULLA WAVEFORM PER SCEGLIERE IL TONO DELLA PELLE

Con il correttore a 3 vie, o un plug in come ad esempio, Colorista, è possibile modificare la zona specifica di colore dove risiede l’incarnato della pelle. Regolando il colore dei mezzitoni attraverso la rotellina, è possibile presentare la tonalità corretta di un volto che ha bisogno di un tono. Fortunatamente, tutti i pigmenti della pelle differenti per ogni razza, vengono riconosciuti attraverso un numero, il che renderà tutto più semplice. Poi, se avrai eseguito un buon bilanciamento del bianco in precedenza, tutto sarà ancora più semplice.

Se cerchi un look naturale, a nessuno piacerà avere un volto rosa, verde o blu.

Ricorda che non c’è niente di assolutamente sbagliato o assolutamente giusto. C’è solo quello che vuoi comunicare in quel momento.

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